Il presente sito intende proporre - come già accaduto negli anni passati - le varie fasi organizzative ed operative inerenti la spedizione speleosubacquea denominata "Timavo System Exploratione 2015", che prevede una serie di esplorazioni rivolte al corso sotterraneo del fiume Timavo (Carso Triestino). Le immersioni saranno effettuate dall’equipe appartenente al National Cave Diving Commette della FFESSM, mentre l'appoggio logistico sarà garantito dalla Società Adriatica di Speleologia di Trieste.

Vedi anche:

TIMAVO SYSTEM EXPLORATION 2013
TIMAVO SYSTEM EXPLORATION 2014

Foto Albi

Foto Albi

mercoledì 12 agosto 2015

Misure di portata

Nel corso delle varie uscite del Timavo System Exploration si sono svolte anche varie sperimentazioni e ricerche.

Fra queste merita ricordare l’attività svoltasi martedì 11/8, quando i ricercatori Luca Zini, Chiara Boccali ed Enrico Zavagno dell'Università di Trieste hanno avviato un rilevamento per la definizione della portata dell’acqua nell’abisso di Trebiciano, attraverso l'utilizzo di un tracciante di tipo chimico.

L’esperimento, che vede fra i suoi promotori anche dott. Fabio Gemiti e lo studioso Mario Galli, prevede il versamento di un tracciate (cloruro di sodio) in un determinato punto della grotta ed il suo rilevamento a valle del punto di immissione. Il sale viene preventivamento sciolto in malcuni contenitori e quindi versato nelle acque da marcare. Si determina in questo modo un’onda di concentrazione che viene rilevata da appositi strumenti registratori posti a valle in punti precedentemente identificati. Con la valutazione di tale onda, applicando le idonee formule riferite a modelli predefiniti, risulta possibile quantificare la portata.

Ora si rimane in attesa dei risultati ma, dalle letture preliminari fatte con strumenti portatili, i dati registrati dalle sonde dovrebbero permettere la piena riuscita dell’esperimento.

Si è trattato di un momento importante non solo perché ci sarà la possibilità di avere nuove informazioni sul corso sotterraneo del Timavo, ma anche perché speleologi, enti scientifici e studiosi privati hanno lavorato assieme per ottenere dati e conoscenze poi da condividere.

Sembra banale, ma non sempre è stato possibile avviare momenti di collaborazione dove ognuno, per la sua preparazione, sia in grado di dare il proprio contributo a un progetto più ampio, con più soggetti operanti in sintonia e trasparenza.

In questo specifico caso la Società Adriatica di Speleologia ha fornito il supporto logistico, ma speriamo che – in un prossimo futuro – ci sia la concreta possibilità di continuare, ampliandole, in collaborazioni di questo tipo.

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